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Giurisprudenza



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Le Sezioni Unite hanno affermato che non sussiste l’interesse per la parte civile ad impugnare, anche ai soli effetti civili, la sentenza dichiarativa dell’estinzione del reato per condotte riparatorie emessa ai sensi dell’art. 35 del d. lgs. n. 274 del 2000, in quanto tale pronuncia non riveste autorità di giudicato nel giudizio civile per le restituzioni o per il risarcimento del danno e non produce, pertanto, alcun effetto pregiudizievole nei confronti della parte civile medesima.

Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, Sentenza 23 aprile - 3 agosto 2015, n. 33864

pubblicato in News il 14.09.2015 | Testo Integrale  

In tema di responsabilità da reato degli enti, le Sezioni unite hanno affermato i seguenti principi: - è ammissibile la richiesta di riesame presentata, ai sensi dell’art. 324 cod. proc. pen., avverso il decreto di sequestro preventivo dal difensore di fiducia nominato dal rappresentante dell’ente secondo il disposto dell’art. 96 cod. proc. pen. ed in assenza di un previo atto formale di costituzione a norma dell’art. 39 d.lgs 231/2001, a condizione che, precedentemente o contestualmente alla esecuzione del sequestro, non sia stata comunicata l’informazione di garanzia prevista dall’art. 57 del decreto legislativo medesimo; - è inammissibile, per difetto di legittimazione rilevabile di ufficio ai sensi dell’art. 591 cod. proc. pen., la richiesta di riesame di decreto di sequestro preventivo presentata dal difensore dell’ente nominato dal rappresentante che sia indagato o imputato del reato da cui dipende l’illecito amministrativo, stante il generale e assoluto divieto di rappresentanza posto dall’art. 39, comma 1, del d.lgs. n. 231/2001.

Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, Sentenza 28 maggio - 28 luglio 2015, n. 33041

pubblicato in News il 11.09.2015 | Testo Integrale  

In tema di responsabilità da reato degli enti, le Sezioni unite hanno affermato i seguenti principi: - è ammissibile la richiesta di riesame presentata, ai sensi dell’art. 324 cod. proc. pen., avverso il decreto di sequestro preventivo dal difensore di fiducia nominato dal rappresentante dell’ente secondo il disposto dell’art. 96 cod. proc. pen. ed in assenza di un previo atto formale di costituzione a norma dell’art. 39 d.lgs 231/2001, a condizione che, precedentemente o contestualmente alla esecuzione del sequestro, non sia stata comunicata l’informazione di garanzia prevista dall’art. 57 del decreto legislativo medesimo; - è inammissibile, per difetto di legittimazione rilevabile di ufficio ai sensi dell’art. 591 cod. proc. pen., la richiesta di riesame di decreto di sequestro preventivo presentata dal difensore dell’ente nominato dal rappresentante che sia indagato o imputato del reato da cui dipende l’illecito amministrativo, stante il generale e assoluto divieto di rappresentanza posto dall’art. 39, comma 1, del d.lgs. n. 231/2001.

Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, Sentenza 28 maggio - 28 luglio 2015, n. 33041

pubblicato in News il 11.09.2015 | Testo Integrale  

Le Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione hanno affermato che in sede di esame dibattimentale ai sensi dell’art. 210, sesto comma, cod. proc. pen., di imputato di reato connesso ex art. 12, primo comma, lett. c), cod. proc. pen., o collegato ex art. 371, secondo comma, lett. b), cod. proc. pen., l’avvertimento di cui all’art. 64, comma terzo, lett. c), deve essere dato non solo se il soggetto non ha «reso in precedenza dichiarazioni concernenti la responsabilità dell’imputato» (come testualmente prevede il sesto comma dell’art. 210), ma anche se egli abbia già deposto erga alios senza aver ricevuto tale avvertimento, precisando che dal mancato avvertimento consegue l’inutilizzabilità della deposizione testimoniale.

Corte di Cassazione, Sezioni UNite Penali, Sentenza 26 marzo - 29 luglio 2015, n. 33583 

pubblicato in News il 09.09.2015 | Testo Integrale  

Con sentenza depositata il 28 luglio 2015, le Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione hanno affermato i seguenti principi: - “E’ illegale la pena determinata dal giudice attraverso un procedimento di commisurazione che si sia basato sui limiti edittali dell’art. 73 d.P.R. 309/1990 come modificato dalla legge n. 49 del 2006, in vigore al momento del fatto, ma dichiarato successivamente incostituzionale con sentenza n. 32 del 2014, anche nel caso in cui la pena concretamente inflitta sia compresa entro i limiti edittali previsti dall’originaria formulazione del medesimo articolo, prima della novella del 2006, rivissuto per effetto della stessa sentenza di incostituzionalità”; - “nel patteggiamento l’illegalità sopraggiunta della pena determina la nullità dell’accordo e la Corte di cassazione deve annullare senza rinvio la sentenza basata su tale accordo”; - “nel giudizio di cassazione l’illegalità della pena conseguente a dichiarazione di incostituzionalità di norme riguardanti il trattamento sanzionatorio è rilevabile d’ufficio anche in caso di inammissibilità del ricorso, tranne che nel caso di ricorso tardivo”.

Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, Sentenza 26 febbraio - 28 luglio 2015, n. 33040

pubblicato in News il 07.09.2015 | Testo Integrale  

Con sentenza depositata il 22 luglio 2015, le Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione hanno affermato il principio di diritto secondo cui anche dopo l’entrata in vigore del d.l. 18 ottobre 2012, n. 179, e relativa conversione in legge, sono valide le notificazioni a persona diversa dall’imputato o indagato eseguite per via telematica, ai sensi del d.l. 25 giugno 2008, n. 112, e relativa conversione in legge, dagli Uffici giudiziari già autorizzati dal decreto 1 ottobre 2012 del Ministro della Giustizia.

Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, Sentenza 26 giugno - 22 luglio 2015, n. 32243

pubblicato in News il 24.07.2015 | Testo Integrale  

Le Sezioni Unite hanno affermato che, pur essendo ammissibile l'ordine dell’autorità giudiziaria rivolto all’Internet Service Provider di rendere inaccessibile un intero sito o una singola pagina web, non può essere sottoposta a sequestro preventivo una testata giornalistica telematica, al pari di quella cartacea, in caso di commissione del reato di diffamazione a mezzo stampa.

 Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, Sentenza 29 gennaio - 17 luglio 2015, n. 31022

pubblicato in News il 20.07.2015 | Testo Integrale  

Le Sezioni Unite, risolvendo questione controversa, hanno affermato: - l’irrilevanza penale delle condotte aventi ad oggetto sostanze stupefacenti (nella specie Nandrolone) incluse nelle tabelle solo successivamente all’entrata in vigore della legge n. 49 del 2006, modificativa del d.P.R. n. 309/90, dichiarata incostituzionale con sentenza n. 32 del 2014, poste in essere a partire dall’entrata in vigore di tale disciplina incostituzionale e fino all’entrata in vigore del D.l. n. 36 del 2014; - la rilevanza penale delle condotte aventi ad oggetto medicinali che contengano i principi attivi inclusi nelle tabelle da I a IV del d.P.R. n. 309/1990.

Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, Sentenza 26 febbraio - 9 luglio 2015, n. 29316

pubblicato in News il 13.07.2015 | Testo Integrale  

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, dirimendo un contrasto in merito, hanno affermato che l’'omesso avviso dell'udienza al difensore di fiducia tempestivamente nominato dall'imputato o dal condannato integra una nullità assoluta ai sensi degli artt. 178, comma 1 lett. c) e 179, comma 1 cod.proc.pen.

Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, Sentenza 26 marzo - 10 giugno 2015, n. 24630

pubblicato in News il 15.06.2015 | Testo Integrale  

Le Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione hanno affermato il seguente principio: “Per i delitti previsti dall’art. 73 d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, l’aumento di pena calcolato a titolo di continuazione per i reati-satellite in relazione alle così dette “droghe leggere” deve essere oggetto di specifica rivalutazione da parte dei giudici del merito, alla luce della più favorevole cornice edittale applicabile per tali violazioni, a seguito della sentenza n. 32 del 2014 della Corte costituzionale, che ha dichiarato la incostituzionalità degli artt. 4-bis e 4-vicies ter della legge 21 febbraio 2006, n. 49 (di conversione del decreto legge 30 dicembre 2005, n. 272) e ha determinato, in merito, la reviviscenza della più favorevole disciplina anteriormente vigente”

Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, Sentenza 26 febbraio - 28 maggio 2015, n. 22471

pubblicato in News il 01.06.2015 | Testo Integrale  

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